Sempre più al bando le “vanity metrics”, sempre più importante il valore che gli utenti danno ai contenuti.
Facebook ha infatti appena annunciato che introdurrà una nuova metrica che “misurerà” il tempo trascorso dagli utenti su ogni post. La novità sarà implementata le prossime settimane per tutti gli utenti (senza versioni beta).
Il numero dei like di una pagina o il numero dei like dei singoli post saranno sempre più “vanity metrics”, poco influenti al fine di un business di valore di un brand, mentre aumenterà il valore dell’empatia reale dei singoli post.
Il tutto avverrà nel NewsFeed. Oltre ai “Mi Piace” e alle condivisioni, ci sarà questa nuova metrica.
Per il colosso di Menlo Park, infatti, non sarà rilevante solo il contenuto ai quali vengono apposti il maggior numero di “Mi piace” o la partecipazione tramite commenti o condivisioni, ma anche e soprattutto il tempo trascorso a leggerlo anche se la notizia non incontrasse il gradimento o non riceverà alcun commento da parte dell’utente!
“Solo perché a qualcuno non piace, non commenta o non condividere una storia nella propria News Feed – si legge in una nota di Facebook – non significa che non sia stata interessante. Ci sono momenti in cui, per esempio, le persone vogliono ricevere informazioni relative ad un grave evento in corso, ma non necessariamente vogliono esprimere un commento mettere un Mi piace“.
E’ una ottima notizia per le aziende e per i social media manager che investono sulla qualità dei contenuti, potendo contare su una metrica in più.
Maggiore sarà il tempo che gli utenti destinano ai post, più i post infatti saranno interessanti per l’utente. Un pò come il bounce rate, la “frequenza di rimbalzo” (vedi Google Analytics ad esempio) per le pagine di un sito. Se l’utente “schizza” via in pochi secondi, non legge e non approfondisce il contenuto, evidentemente sarà non sufficientemente interessante, con conseguente ricaduta sul “valore” di un brand su Facebook.
Per i brand e per i social media manager sarà sempre più importante creare “engagement” con il proprio pubblico, svestire i panni della autoreferenzialità e dialogare con gli utenti, ascoltando i propri desideri e bisogni e dando delle risposte mirate e “nutrienti”, capaci di soddisfarli.


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